Le aziende digitali tutelano realmente i dati dei propri clienti?
Il Gdpr ha dato letteralmente il via al principio della trasparenza. Gli utenti hanno infatti ricevuto dal momento della sua introduzione il diritto ad ottenere in modo facilmente accessibile tutte le informazioni che riguardano il trattamento dei propri dati personali. Ad oggi tuttavia la cerchia di aziende digitali delle quali potersi ciecamente fidare è molto ristretta. Assurdo se si pensa che la legge prevede multe fino a 20 milioni di euro o addirittura fino al 4% del fatturato per i trasgressori che non rispettano le disposizioni del Regolamento europeo sulla privacy.
L’imbroglio è sempre dietro all’angolo
Sì, è così. Molti siti di e-commerce, social media e App sfruttano al meglio piccoli tranelli per ottenere i dati personali degli utenti che navigano. Il fine è quello di applicare tecniche di marketing vessatorio, se non addirittura per vere e proprie pratiche scorrette.
Tutte le informazioni che riguardano il trattamento dei propri dati personali dovrebbero essere fornite in modo conciso, facilmente comprensibile e spiegate con un linguaggio semplice e chiaro. La realtà invece è che spesso decifrare un’informativa sulla privacy diventa un’impresa ardua.
Pensa che non basta infatti mezzora per leggere le circa 7mila parole di cui sono fatte le policy di Facebook e di Google, mentre servono 45 minuti per quella di oltre diecimila parole di cui è composta Zoom.
E i famosi cookies?
Tutti i siti chiedono il consenso sull’installazione dei cookies. Una volta concesso, questo non servirà però a proteggersi dalle violazioni ma a fornire inconsapevolmente la propria autorizzazione ad essere monitorati nei propri comportamenti online e nelle abitudini di consumo. Il tutto verrà poi accuratamente analizzato per annunci pubblicitari che gli algoritmi confezioneranno su misura in base ai gusti dell’utente.
Nel 2020 un consumatore su tre ha subito la violazione dei propri dati personali facendo shopping online
Questo è quanto emerge dall’ultimo rapporto rilasciato da OpSec in un’indagine che ha coinvolto 2.600 utenti nel mondo. I consumatori affermano che le aziende digitali non stanno facendo abbastanza per proteggere i dati personali dei clienti. Effettivamente si potrebbe fare molto meglio riuscendo così a conquistare la fiducia degli utenti. Nel futuro si faranno sicuramente altri passi avanti e le aziende che vorranno rafforzare la loro immagine ed il loro business su internet dovranno rivedere le proprie strategie puntando molto sulla trasparenza e l’onestà.
Apple un esempio per tutte le aziende digitali
La notizia è fresca. Apple stringe sulla privacy e obbliga tutte le applicazioni a pubblicare un’etichetta che chiarisce agli utenti quali loro dati vengono usati e in che modo. La Mela nell’ottica di trasparenza ha anche aggiornato la sezione del suo sito dedicata alla privacy.
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