e-commerce: cosa succede ai resi? – di Silvia Becattini
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I grandi siti di shopping online rappresentano un paradiso per il consumatore. Molti brand di e-commerce, che negli anni hanno scalato il settore, hanno come obiettivo primario la soddisfazione del cliente. La cosiddetta customer obsession rappresenta tutta una serie di azioni che i siti di shopping online compiono al fine di rendere il cliente appagato del servizio offerto.
Un esempio di customer obsession nell’e-commerce: la politica di reso Amazon.
In generale, restituire un articolo e ricevere un rimborso oppure sostituirlo con Amazon risulta molto semplice e veloce. Basta rispettare il termine dei 30 giorni di calendario (limite massimo per restituire un prodotto). In questo caso, verrà rimborsato il costo dell’articolo. Non sono inclusi i costi di spedizione sostenuti per ricevere il prodotto, confezioni regalo o servizi associati all’acquisto. I costi associati alla restituzione dell’articolo ad Amazon non verranno rimborsati.
Esercitando il diritto di recesso poi (entro 14 giorni), oltre alla restituzione del prodotto e al rimborso, non si dovranno sostenere neanche le spese di spedizione. Il consumatore quindi, verrà soddisfatto in tutte le sue necessità.
Si può mandare indietro un articolo in questi casi:
- Se si cambia idea su un prodotto acquistato
- Se l’articolo acquistato è arrivato danneggiato, diverso da quello ordinato o non conforme al contratto di vendita
Ma che fine fanno gli articoli restituiti?
Dell’enorme quantità di prodotti mandati indietro ad Amazon, solo una piccola parte avrà nuova vita. La maggior parte degli articoli sarà destinata allo smaltimento. Per i prodotti di proprietà Amazon o di venditori che utilizzano solo questo e-commerce per la vendita, il destino di questi articoli sarà la distruzione.
Per quale motivo si preferisce distruggere invece di restituire?
La risposta è molto semplice. È economicamente più vantaggioso. Secondo un tariffario in vigore tra il 2017 e il 2018, lo smaltimento costa infatti 10 centesimi per unità contro i 25 centesimi della rimozione (reso al fornitore). Ogni settimana finiscono al Destroy una enorme quantità di prodotti, anche funzionanti. Si, perché la customer obsession di Amazon fa sì che il cliente abbia sempre ragione e che spesso i controlli sul prodotto restituito (perché difettoso o per noia da consumismo?) non siano rigorosi.
Una piccola parte dei prodotti restituiti però, avrà una nuova vita su Warehouse Deal. Questa sezione Amazon è infatti dedicata ai prodotti usati, di seconda mano o con confezioni aperte. Ovviamente anche in questo caso sono valide le politiche di reso come per tutti gli altri acquisti Amazon.
Magari si potrebbe trovare un impiego diverso per tutti quei prodotti – spesso perfettamente funzionanti – che vengono destinati alla distruzione ogni giorno. Chissà se il mondo dell’e-commerce troverà delle vie alternative.
L’articolo e-commerce: cosa succede ai resi? proviene da CIAOUP News & Advertising Influencer.