L’agenda 2030 e le sue implicazioni – di Silvia Becattini

L’agenda 2030 e le sue implicazioni – di Silvia Becattini

TAG: Business, Green economy, In Evidenza, Agenda 2030, cambiamento climatico, Diritti umani, Disuguaglianze, Ecologia, economia, Povertà, Società, Sostenibilità

Obiettivi per lo sviluppo sostenibile: questo è il fulcro dell’Agenda 2030.
Un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità che i governi dei 193 paesi ONU hanno sottoscritto nel 2015. Gli Obiettivi per lo Sviluppo danno quindi seguito ai precedenti Obiettivi di Sviluppo del Millennio (Millennium Development Goals). L’anno di partenza è stato il 2016 e l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile ha lo scopo di guidare il mondo per i successivi 15 anni.
L’Agenda è costituita da 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile. Questi sono inquadrati in un programma più ampio con 169 target ad essi associati in ambito ambientale, sociale ed economico.

Obiettivi e sfide globali

Gli obiettivi fissati si possono definire “comuni”, nel senso che riguardano tutti i Paesi e gli individui. Infatti, tutto ciò coinvolge sia gli Stati che i componenti della società: imprese private, settore pubblico, società civile, operatori dell’informazione e cultura. Ma quali sono i 17 Goals?

Quindi i 17 Goals si riferiscono ad una serie di questioni che prendono in considerazione le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (economica, sociale, ecologica). Puntano a sconfiggere la povertà, a ridurre le disuguaglianze, a costruire società che rispettino i diritti umani e ad affrontare i cambiamenti climatici.

L’Agenda 2030 in Europa e in Italia

Anche l’Unione Europea è impegnata nel ricevere e definire i principi dell’Agenda 2030. Le modalità di declinazione degli obiettivi a livello comunitario rappresentano un’indicazione importante per i Paesi Membri nella definizione finale dei rispettivi obiettivi strategici.

La Commissione europea, durante il discorso di apertura della seduta plenaria del Parlamento europeo presieduta da Ursula von der Leyen (luglio 2019), ha presentato un ricco programma d’azione da realizzare per i prossimi cinque anni. Dal programma emerge chiaramente la volontà dell’Unione di raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile, anche in relazione all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici. Ma qual è il ruolo dell’Italia?

In Italia è stata istituita la Cabina di regia “Benessere Italia”, organo della Presidenza del Consiglio. Il suo compito è “coordinare, monitorare, misurare e migliorare le politiche di tutti i Ministeri nel segno del benessere dei cittadini”. Rappresenta quindi uno strumento che permetterà al Governo di promuovere un benessere equo e sostenibile attraverso la definizione di nuovi approcci e nuove politiche.
Ci sono cinque macroaree in cui si sviluppano le linee programmatiche di “Benessere Italia”:

rigenerazione equo sostenibile dei territori,mobilità e coesione territoriale,transizione energetica,qualità della vita,economia circolare.

Le “5P” dello sviluppo sostenibile

A livello nazionale poi, lo strumento di coordinamento per attuare l’Agenda 2030 è la Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile. Questo programma si configura come strumento principale per un nuovo modello di economia circolare. Il piano inoltre, va ad aggiornare il precedente “Strategia d’azione ambientale per lo sviluppo sostenibile in Italia 2002-2010” aggiungendo gli obiettivi contenuti nell’Agenda 2030 dell’ONU.
La struttura è sviluppata in 5 aree di intervento che corrispondono alle “5P” dello sviluppo sostenibile proposte dal documento delle Nazioni Unite:

– Persone: contrastare povertà ed esclusione sociale e promuovere salute e benessere per garantire le condizioni per lo sviluppo del capitale umano;
– Pianeta: garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali, contrastando la perdita di biodiversità e tutelando i beni ambientali e colturali;
– Prosperità: affermare modelli sostenibili di produzione e consumo, garantendo occupazione e formazione di qualità;
– Pace: promuovere una società non violenta ed inclusiva, senza forme di discriminazione. Contrastare l’illegalità;
– Partnership: intervenire nelle varie aree in maniera integrata.
Fonte: Agenzia per la coesione territoriale

Agenda 2030: quali implicazioni per le imprese?

Ovviamente, anche il mondo dell’economia e dell’imprese è coinvolto nei processi di cambiamento finalizzati allo sviluppo sostenibile. In particolare, l’obiettivo 9 dell’Agenda 2030 parla proprio di “costruire un’infrastruttura resiliente e promuovere l’innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile”. Alcuni dei traguardi inclusi nell’obiettivo 9 delineano l’auspicabile futuro dell’industria e della digitalizzazione a livello globale:

9.1   Sviluppare infrastrutture di qualità, affidabili, sostenibili e resilienti – comprese quelle regionali e transfrontaliere – per supportare lo sviluppo economico e il benessere degli individui, con particolare attenzione ad un accesso equo e conveniente per tutti
9.4  Migliorare entro il 2030 le infrastrutture e riconfigurare in modo sostenibile le industrie, aumentando l’efficienza nell’utilizzo delle risorse e adottando tecnologie e processi industriali più puliti e sani per l’ambiente, facendo sì che tutti gli stati si mettano in azione nel rispetto delle loro rispettive capacità
9.c  Aumentare in modo significativo l’accesso alle tecnologie di informazione e comunicazione e impegnarsi per fornire ai paesi meno sviluppati un accesso a Internet universale ed economico entro il 2020

Fonte: Obiettivo 9 – Agenda 2030

Punti chiari quindi, che non lasciano spazio a fraintendimenti e, si spera, verranno realizzati da tutti gli attori coinvolti entro la scadenza prevista.

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