Rebranding, marketing e calcio: il nuovo logo dell’Inter – di Fabio Frabetti
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Un club di calcio non è soltanto la sua declinazione sportiva. Le grandi squadre europee incarnano sempre più le logiche della classica gestione d’impresa, anche per quanto riguarda i piani marketing e comunicazione. Il rebranding rappresenta una delle operazioni più delicate, ma ambiziose e necessarie al tempo stesso. Un restyling ancor più rischioso nell’ambiente calcistico per via del significato simbolico e del valore che rappresenta.
Nel 2021 l’Inter cambia il logo ufficiale e dalla prossima stagione la transizione sarà completa. La nuova veste grafica non è solo il nuovo simbolo della squadra milanese, ma anche un chiaro segnale della direzione societaria. Una lunga serie di conseguenze su divise, merchandising, materiale espositivo e, soprattutto, in ambito digital.
Un design minimalista che racchiude 113 anni di storia
Il Football Club Internazionale Milano cambia pelle con nuove strategie di comunicazione. Il nuovo logo, infatti, è soltanto la punta dell’iceberg di una campagna più articolata che punta al rinnovamento a 360 gradi. L’andamento positivo del campionato in corso non è necessariamente correlato. Certo, ogni tifoseria è spesso tradizionalista e fortemente legata al blasone storico, un periodo sportivo positivo non può che favorire e facilitare ogni tipo di novità. Gli aspetti dell’azienda Inter, però, sono sicuramente lontani e svincolati dagli sviluppi sul campo di gioco.
La nuova grafica è realizzata dal team di Bureau Borsche, uno degli studi più rinomati al mondo in tema di graphic design. La visual identity parla chiaro e si rivolge ad un pubblico più ampio, giovane e con vocazione digitale. Il risultato finale è una rivisitazione dello storico marchio, con alcuni punti fermi come la disposizione delle lettere e il classico doppio cerchio, mentre le novità riguardano principalmente le tonalità di colore più accese e l’alleggerimento degli elementi grafici. Uno stile minimalista che gioca sulle lettere I e M, Inter e Milano, che da una parte sottolinea il legame con la città, anche nella prospettiva dei mercati esteri, dall’altra permette uno storytelling con il significato inglese “I am“, letteralmente “Io sono”.
Un brand da esportazione, seguendo l’esempio Juventus
Il rebranding a sorpresa del 2017 da parte della Juventus aveva destato forte attenzione mediatica. Una mossa a sorpresa per audacia e innovazione che, dopo 4 anni, si può definire vincente senza esitazioni. Contestualmente all’ascesa sportiva, le operazioni a livello societario hanno permesso di definire il brand Juventus e portarlo ad un grande risalto internazionale. Senza scendere nel merito dell’inestricabile analisi finanziaria e deponendo la classica faziosità sportiva, con la lente d’ingrandimento del marketing il brand Juventus è una chiara case history di successo per la valorizzazione di un brand. La classe merceologica conta poco, anche se si tratta di calcio l’espansione sul mercato globale deve seguire determinati parametri.
Sempre più fattori indicano l’Inter come un fenomeno in ascesa. Il nuovo logo è un importante tassello che mira all’upgrade, candidando il club milanese tra le eccellenze italiane da esportare nel mondo.
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